#Bar Posto 6
Explore tagged Tumblr posts
gastronominho · 1 month ago
Text
Roteiro do Halloween 2024 em São Paulo
A capital paulista está recheada de opções para a data que entrou no calendário dos estabelecimentos
0 notes
apropositodime · 4 months ago
Text
Esattamente undici anni fa, mi svegliavo con un sogno. Pazzesco.
Sognavo mia madre, in piedi vestita,come nei giorni normali della sua vita, era davanti al suo armadio metteva a posto . A fianco a lei c'era quel letto, quello ospedaliero, attrezzato, vuoto.
In quel sogno percepivo, serenità.
Mi sono svegliata e ho pensato: che strano sogno,non mi ha turbata, non mi ha spaventata, avevo capito chiaramente...
In quegli anni vivevo i nella stessa palazzina dove vivevano i miei.
Ale aveva 6 anni e Andre 9.
Ci prepariamo e scendiamo dai nonni.
Mio padre è preoccupato e mi dice: stamattina non va.
Solo questo.
Lei è nel letto ospedaliero, con il respiratore e tutto il resto, dimostra duecento anni, mio padre è stato il miglior infermiere che io abbia mai conosciuto.
Maledetta malattia.
Andiamo via, fa caldo, conosco mio padre, porto i bambini fuori, anche se loro sono davvero bravi.
Andiamo nel bar del loro padre, io a giugno ho chiuso la nostra storia, il nostro matrimonio, e stato un anno assurdo,tra una cosa e l'altra.
Intorno alle undici mi chiama mia sorella, piange e non capisco cosa dice, ma capisco cos'è successo
Mamma è volata via.
Ho dovuto sempre dire io da sola, le cose ai miei figli, anche quando il loro padre se ne è andato,sempre io.
Va be, chi se no!
In quel sogno, mi ha salutata.
Non lo dimenticherò mai.
In questi anni non l'ho sognata molte volte, ma solo in momenti miei particolari.
"non lo so dove vanno le persone quando ci lasciano, ma so dove rimangono"
L'unico volta in cui ho pianto è stato quando mia sorella mi ha detto : la mamma ha la Sla.
Chi vuole stare in corpo che non sente più, chi? Sapendo che non c'è nulla da fare.
Quando se n'è andata, ho respirato, lei non respirava più in autonomia, e sapete una cosa, la sua paura più grande era quella , la mancanza del respiro, il suo punto debole era la gola, tantissimo anni fa le era stata tolta la tiroide .
La sua malattia l'ho trovata ingiusta. Non che ci siano malattie giuste...
Quindi io sapevo che non ce la faceva più, in quel saluto ho percepito la sua serenità.
E niente, dopo questo ricordo buttato su questo muro, mi scuso se vi ho trasmesso tristezza, non era questa l'intenzione.
Giovedì.
Ciao Ma😊
47 notes · View notes
vecchiorovere · 2 months ago
Text
Tumblr media
Eravamo noi...
Eravamo gli adolescenti e i ragazzi degli anni '70 e '80. Eravamo quelli che uscivano in motorino
d'inverno senza casco perche non era
obbligatorio e con i capelli bagnati
e arrivavamo a casa con le stalattiti
di ghiaccio in testa.
Eravamo quelli che avevano il Dyane 6 e la Renault 4
Eravamo quelli che si incontravano
al "solito posto" perché nessuno aveva soldi per entrare al bar...quelli che andavano minimo
in due in motorino dopo aver messo insieme le monete per fare miscela.
Eravamo quelli che la cosa più importante
era trovarsi per la voglia di stare in compagnia... quelli che si scambiavano
i dischi preferiti dei Deep Purple Led Zeppelin Black Sabbath Pink Floyd ecc...quelli che durante le vacanze
estive si cercavano un lavoretto per non chiedere soldi ai genitori.
Eravamo quelli dell'autostop
per sentirsi liberi.
Eravamo gli sciami di ragazzi allegri e spensierati come oggi non se ne
vedono più in giro.
Eravamo quelli che: "O tutti o nessuno".
Eravamo quelli che ci bastava poco per essere felici. Certo, erano altri tempi, ma chi li ha vissuti non li dimenticherà mai.
35 notes · View notes
susieporta · 7 months ago
Text
Sfatiamo alcuni falsi miti sulla crescita personale:
1. Andare da un professionista delle relazioni di aiuto non risolverà la tua vita e i tuoi problemi. Ti accompagnerà in un viaggio di sostegno e di chiarificazione, oltre che di trasformazione, dentro di te. Il resto lo dovrai fare tu. È un percorso che dura tutta la vita, quindi mettiti tranquillo e goditi il viaggio.
2. Quello che puoi risolvere o chiarire di te stesso con un professionista, un gruppo, un percorso, non puoi risolverlo o chiarirlo con un altro. Ogni periodo della tua vita sei diverso o hai una diversa energia, così come ogni percorso o rapporto crea una energia diversa. Quindi dovrei cambiare parecchi percorsi per far suonare il pianoforte della tua anima, e comprendere più a fondo te stesso.
3. Fare di continuo un certo tipo di lavoro su di te non ti rende speciale. È semplicemente lo scopo per cui siamo qui su questa terra: non cadere nell'ego spirituale. Certo, meglio lavorare su di sé che andare al bar a fare aperitivi senza un minimo di consapevolezza dei propri meccanismi interni. Ma se ti senti a posto con te stesso solo perché fai delle asana tre volte a settimana, stai sbagliando qualcosa.
4. Lavorare sulle proprie ombre, nodi e conflitti, non può avvenire nella mente. Deve scendere nel corpo. Ricordo una terapia che si concluse nel momento in cui cambiò il mio sguardo, il quale da spento e triste divenne pieno di energia e vitale. Letteralmente. Se non senti un cambiamento nel corpo, stai ancora sognando.
5. I cambiamenti che avvengono in un percorso non sono astrazioni: devono essere reali, tangibili e concreti. Devono avvenire nella quotidianità. Se le tue relazioni non si modificano, il tuo stile di vita non migliora, il tuo modo di gestire le emozioni non cambia o non riesci a realizzare qualche obiettivo che ti appartiene, c'è qualcosa che non sta funzionando nel tuo percorso. Stai ancora sognando.
6. Ciò che fa il cambiamento non è il terapeuta, ma la relazione tra te e lui. È l'energia che scaturisce da questo incontro a volte magico a permetterti di accedere al cambiamento. Quell'energia ti fa sprofondare dentro di te in sicurezza e con coraggio, e ti aiuta a gestire gli irrisolti della tua vita. Non pensare che il professionista sia un pezzo di ghiaccio e non cambi insieme a te, perché anche questo è un falso mito. Entrambi vi trasformate tramite il vostro incontro, che vi spingerà verso nuove strade e nuovi territori.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
21 notes · View notes
ilcovodelbikersgrunf · 6 months ago
Text
Tumblr media
CHI SONO GLI OVER 50 ?
Ve lo spiego subito:
SONO gli adolescenti e i ragazzi degli anni '70 e '80. Sono quelli che uscivano in motorino
d'inverno senza casco perche non era
obbligatorio e con i capelli bagnati
e arrivavano con le stalattiti
di ghiaccio in testa.
SONO quelli che avevano il Dyane 6 e la Renault 4
SONO quelli che si incontravano
al "solito posto" perché nessuno aveva soldi per entrare al bar...quelli che andavano minimo
in due in motorino dopo aver messo insieme le monete per fare miscela.
SONO quelli che la cosa più importante
era trovarsi per la voglia di stare in compagnia... quelli che si scambiavano
i dischi preferiti dei Deep Purple Led Zeppelin Black Sabbath Pink Floyd ecc...quelli che durante le vacanze
estive si cercavano un lavoretto per non chiedere soldi ai genitori.
SONO quelli dell'autostop
per sentirsi liberi.
SONO gli sciami di ragazzi allegri e spensierati come oggi non se ne
vedono più in giro.
SONO quelli che: "O tutti o nessuno".
Erano altri tempi ma per chi li ha vissuti
non li dimenticherà mai...
Dal web
8 notes · View notes
carmenvicinanza · 2 months ago
Text
Shania Twain
Tumblr media
Shania Twain, cantautrice canadese e regina del country pop, è una delle donne che hanno venduto più dischi della storia, più di cento milioni di copie.
Scrive testi che parlano d’amore, di empowerment femminile, descrive spaccati di vita quotidiana e mette in luce, con ironia e sarcasmo, il materialismo e la superficialità del mondo contemporaneo.
Più volte in testa alle classifiche mondiali, tre dei suoi album sono stati premiati come dischi di diamante.
Tra i numerosi premi ricevuti spiccano cinque Grammy Awards, due World Music Awards e ben 39 BMI Songwriter Awards.
È inserita nella Walk of Fame del Canada, nella Walk of Fame di Hollywood, nella Canadian Music Hall of Fame e nella Nashville Songwriters Hall of Fame. Le è stata anche dedicata una Barbie.
Per il suo impegno umanitario e per aver dato lustro alla storia della musica, è stata insignita col prestigioso Ordine del Canada.
Nata col nome di Eilleen Regina Edwards a Windsor, in Ontario, il 28 agosto 1965. Ha avuto un’infanzia difficile vissuta in ristrettezze economiche.  Il suo patrigno, che l’aveva adottata insieme alle due sorelle dando loro il cognome Twain, picchiava la madre caduta in depressione che, per un periodo, era anche stata accolta in una casa rifugio per donne maltrattate.
Ha iniziato a cantare nei bar all’età di otto anni per aiutare la sua famiglia. L’esperienza nei locali notturni sono stati la sua prima palestra di vita.
A 13 anni è comparsa in un programma della CBC e ai tempi del liceo era la cantante di una band locale che faceva cover.
Quando, nel 1987, la madre e il padre adottivo sono morti in un incidente d’auto, si è trovata a prendersi cura delle sorelle e del fratello.
Nel 1991 ha firmato il suo primo contratto con la Mercury Nashville Records adottando il nome d’arte Shania, che, in una lingua nativa, significa “a modo mio“.
Nel 1993 è uscito il suo primo album, l’omonimo Shania Twain con cui si è fatta notare e anche criticare nella scena country per i suoi videoclip in cui metteva in mostra l’ombelico.
Due anni dopo, insieme al produttore Robert Lange, che intanto aveva sposato, ha pubblicato The Woman in Me rimasto per mesi al primo posto nelle classifiche country e che ha venduto dodici milioni di copie, vinto un Grammy e ottenuto due premi dall’Academy of Country Music.
Come on Over, del 1997, ne ha consacrato il successo internazionale. Rimasto in classifica per due anni consecutivi, con i suoi 40 milioni di copie, è stato il disco di musica country più venduto di tutti i tempi che le ha portato quattro Grammy.
Da allora la sua carriera musicale è stata tutta in ascesa, tour mondiali, importanti collaborazioni, i suoi brani usati per importanti campagne pubblicitarie e serie tv.
Una vita non priva di intoppi e arresti, ha superato la malattia di Lyme e un lungo periodo di depressione ma si è sempre rialzata, con la grinta e l’ironia che la contraddistinguono.
Nel 2011 è stata protagonista di un reality dal titolo ‘Why Not? with Shania Twain‘ andato in onda sul canale americano ‘OWN’ di proprietà di Oprah Winfrey. Nel corso del programma, ha ripercorso tutte le tappe della sua vita, anche quelle dolorose causate dal divorzio col marito, l’infanzia e la difficile adolescenza.
Il 3 maggio dello stesso anno è uscito From This Moment On, il suo libro autobiografico.
Dal 1º dicembre 2012 è stata presenza fissa per due anni di seguito al Caesars Palace di Las Vegas con lo spettacolo residente Shania: Still the One.
Nel 2017 ha pubblicato l’album Now, seguito da un anno di tour promozionali prima di accettare la seconda residenza a Las Vegas Let’s Go! , che ha aperto il 6 dicembre 2019 che si è conclusa il 10 settembre 2022.
Nel luglio 2022 è stato pubblicato un documentario Netflix che ripercorre la sua carriera intitolato Not Just A Girl.
Il 3 febbraio 2023 è uscito il suo sesto album in studio, Queen of Me.
Shania Twain ha partecipato a concerti che hanno fatto la storia, a numerose trasmissioni televisive e recitato in serie tv e diversi film.
Ha sgomitato per farsi apprezzare oltre la sua bellezza e avvenenza fisica ma è stata di ispirazione per tante giovani musiciste, prima tra tutte, Taylor Swift.
È vegetariana e da anni vive in Svizzera.
Nel 2010 ha creato Shania Kids Can, organizzazione che si occupa di assistenza all’infanzia. Sostiene una serie di enti di distribuzione alimentare per persone indigenti.
È una donna grintosa, partita dal niente che è diventata una delle star più potenti del mondo musicale.
2 notes · View notes
scheggesparse · 8 months ago
Text
Soul Kitchen - Bugs Bunny Crazy Castle 3
Sono preso male quindi scrivo. Vediamo se mi passa...
Non sono qui per parlare del gioco in se, ma piuttosto delle sensazioni di un momento, in un posto che per qualche motivo riesco ancora a ricordare abbastanza vividamente.
Mi trovo nella cucina di casa di mia nonna.
E' un martedì pomeriggio, giorno di chiusura dell'attività  dei miei nonni all'epoca (avevano un bar), e si stanno preparando per andare a fare la spesa per casa/bar.
Io sono in questa cucina che gioco a Crazy Castle 3 e di base non c'è¨ niente di strano, normale amministrazione di me che gioco allo stesso gioco da un sacco di tempo perché sono bloccato all'ultimo livello della seconda tranche cioè la Hall (le tranche sono, in ordine: Garden > Hall > Basement > Treasury).
Fuori fa freddo, è febbraio.
Il sole è già in procinto di salutarci, sono circa le 16.30.
Dalla porta semiaperta della cucina vedo la sala del bar, buia e vuota.
Ogni tanto anche ripensare al bar pieno mi fa quasi strano.
In quel periodo, ovvero inverno del 2000 ("ritmo del duemila / adrenalina puraaaaah" cit. Ritmo - Litfiba - Mondi Sommersi - 1997) come si confà a un individuo di 7 anni (manco compiuti, fai anche 6) non ho un accesso a internet e quindi ignoro bellamente cosa mi si parerà davanti dopo questa sequela di livelli della Hall di sto castello sempre più difficili e ostici.
Ad un certo punto il miracolo. Supero il (per me) famigerato livello 39, mi prodigo di trovare carta e penna per segnarmi la password per continuare poi dal livello 40, siccome in quel momento mi chiama mio nonno dicendomi esser pronti per andare.
E proprio in quell'istante qualcosa da qualche parte del mio cervello si materializza, e rimane li ancora oggi come una fotografia che riesco a rivedere se ci ripenso. Come una fotografia su pellicola di quel tempo, che a lungo andare perde in dettagli ma rimane sempre riconoscibile.
"La camera ha poca luce
E poi è molto più stretta di come da giù immaginavo"
diceva Ligabue in Bambolina e Barracuda, e devo dire che la descrizione corrisponde quasi del tutto.
Questa cucina è una stanza dalla forma rettangolare, ma non troppo lunga. Un rettangolo un po' tozzo ma comunque non Umberto.
Al centro un grande tavolo con piano in marmo grigio la fa da padrone, sopra di esso una fruttiera in vetro verde, sempre piena.
Ai lati del tavolo (punto di vista dalla porta d'entrata) rispettivamente:
A sinistra
subito dietro la porta un piccolo angolo credenza zeppo di libri di cucina (sopra), incarti di vari prodotti, sacchetti di carta per il pane (nel mezzo) e due piccole ante contenenti ogni sorta di attrezzo quali chiavi, cacciaviti o anche prodotti spray tipo insetticida e simili che ovunque stan bene tranne che in una cucina (sotto). Superato questo angolo il frigorifero, un vecchio frigorifero incassato ricoperto dall'anta in legno, seguito dal piano cottura, un doppio lavello e alla fine della parete una delle due finestre.
A destra
subito all'altezza del gomito inizia quello che è un mobile angolare in legno anch'esso con piano di marmo grigio che fa il paio con suo fratello The Table, che proseguirà sino all'altro capo della stanza.
La parte sotto è composta di semplici ante che nascondono il loro contenuto fra vecchie riviste, la stecca di MS Bionde e attrezzi da cucito in capo, il posto dove viene tenuto il pane della giornata nell'angolo e poi (perdonate la ridondanza) lungo la parte lunga tovaglie, tovagliette, tovaglioli, pentole, bicchieri (che non erano li da ieri), insalatiere, e altri suppellettili TASSATIVAMENTE DA NON USARE MAI.
Sopra questo mobile vi sono diverse situazioni, anche abbastanza diverse fra loro. Sempre in prossimità del gomito, qualora si stesse entrando, è visibile con la coda dell'occhio un posacenere blu dell'Aperol cui da che ho memoria ha sempre ospitato al suo interno un mazzo di chiavi del quale ho sempre ignorato quali porte avrebbe potuto aprire, un elastico giallo, una graffetta e una 200 lire.
A fianco immancabile è la combo Sorrisi&Canzoni + rivista di gossip a piacere. Ma più ci si addentra con lo sguardo e più la situazione si fa complessa.
L'angolo viene dominato da una tv a tubo catodico della Mivar (top orgoglio italiano non ironicamente), con lo schermo bombato che mangia buona parte delle barre dell'energia in quasi tutti i picchiaduro che era possibile giocare su ps2 da li a pochi anni.
Dietro questo Golia ai fosfori osserviamo un buco nero nel quale nemmeno la luce fa in tempo a venire assorbita, non lo raggiunge proprio.
Letteralmente la camera dei segreti, nella camera.
Si dice vi sia stato ritrovato di tutto dietro a quel monolito grigio opaco, da svariate sorprese di ovetti kinder a un centrotavola che sembrava essere andato perduto per sempre.
Li giaceva anche un misterioso contenitore grigio, in metallo, che ricordava la forma di quelli che si appendono in doccia per poggiarvi i vari shampoo, bagnoschiuma e simili. Forse il suo scopo in origine era proprio quello, ma poi qualche sconvolgimento spazio-temporale ha fatto si che venisse dimenticato in quell'anfratto nascosto.
Sempre dietro al televisore, oltre al suo cavo di alimentazione se si disponevano di arti lunghi a sufficienza ci si poteva addentrare fino a scoprire sia ben tre prese a muro più una spina volante, anche lei senza padrone.
Un cavo di alimentazione si, ma per chi?
Se ci si chiede chi controlla i controllori allora sarebbe giusto anche chiedersi cosa alimenta l'alimentazione? Who watches the Watchmen?
Superata la Notte Eterna ritorna la luce, e a fianco del televisore spunta un cesto di vimini con al suo interno vari giochi e fumetti miei fra cui macchinine, volumi di Topolino, quaderni di disegni, pennarelli e cosi via.
Accanto vi è quella che per forma e scopo risulta esser a tutti gli effetti un'anfora. Non dell'avidità ma quasi. "Quindi chi sei tu per giudicare?" direbbe qualcuno a riguardo.
La sua forma ricorda una donna di Willendorf per le sue rotondità  che suggeriscono fertilità  e abbondanza. E di abbondanza in quell'anfora ce n'era, sicché era stata riempita fino all'orlo di documenti, ricevute, scontrini, un blocchetto di assegni, collane, bracciali, orecchini, alle volte anche monete. Ovviamente era imperativo il "LASCIA STARE NON TOCCARE".
E noi senza toccare, limitandoci a guardarla in tutta la sua bianca e lucente ceramica, gettiamo l'occhio (e non il cuore) oltre l'ostacolo per incontrare un piccolo forno a microonde che termina l'allestimento del piano.
Fra il piano e il muro vi è un angusto spazietto di 1 metro circa, nel quale viene confinata una rossa sedia da giardino.
Quello che per anni ha rappresentato un angolo strategico in quanto era l'angolo del termosifone, luogo di sollievo per i lunghi inverni passati col Game Boy fra le mani, a cercare sia calore che un angolo illuminato in epoca pre GBA SP.
Ah, che male al collo.
A parete troviamo una composizione di pensili che segue il perimetro del mobile di cui sotto, anche questo pieno di situazioni abbastanza varie dietro alle sue ante marroni.
Anche qui si nascondono servizi di piatti e bicchieri che si e no si vedevano a natale, alcuni calici "griffati" di varie bevande che si servivano nel bar ma la sezione più pittoresca rimane quella perpendicolare al tv, che precedentemente abbiamo battezzato come Notte Eterna.
Anta ad angolo, che si apre piegandosi su se stessa rivelando due mensole dalla conformazione quasi simile ad una casa delle bambole. Mancava solo una piccola scala per rendere comunicanti primo piano e piano terra. Videocassette, nastri vergini, palette di trucchi, altre collane e gioiellini fra bigiotteria e non sono solo alcuni dei generi che si possono trovare all'interno. E, come sotto, un infinita oscurità.
"Putèl, andom?"
Le parole di mio nonno che mi chiama per andare con loro,
spengo il gbc dopo aver segnato la password e inizio a fantasticare su cosa troverò poi nel Basement, del quale ho visto solo la schermata di selezione del livello.[continua nei commenti]
2 notes · View notes
gcorvetti · 1 year ago
Text
Il mondo è fatto a scale.
Oggi ho fatto un colloquio, albergo 4 stelle con cucina Michelin cerca cuoco per le colazioni, questo era sommariamente l'annuncio, ieri mi ha chiamato questa tizia e tenuto al telefono una ventina di minuti tra domande e spiegazioni, poi mi chiede se oggi potevo andare così vedevo il posto e parlavo anche con gli chef, ok. Stamane barba e capelli, per quel poco che c'è da fare, doccia e di corsa perché mi sono accorto che ero in ritardo, arrivato c'è sta tipa che mi porta su una sala con un divano due poltrone e un televisorone piatto, arriva uno dei cuochi, solite domande di rito poi mi portano nella sala mi fanno vedere dove si prepara il tutto, cucina open, poi il tizio va via, mentre mi accompagna alla porta la tipa mi snocciola orari e paga, nonostante le avessi detto che sotto una soglia di pagamento non vado lei comunque è scesa, già sta cosa non mi piace, altro problema i turni sono pessimi, il primo arriva alle 5 di mattina, il secondo alle 8, poi alla fine del turno oltre le pulizie si deve preparare il pranzo per i colleghi, ha detto più o meno 35 persone con quello che c'è, quindi random tanto sono i lavoratori. Mi farà sapere Lunedì o Martedì quando e se mi fanno una prova, non penso di andare per vari motivi uno su tutti è l'orario, cioè mi dovrei svegliare alle 3:30 di notte per essere là alle 5, anzi un pò prima, e alle 6:30 se ho il turno alle 8, è alternato, quindi a che ora dovrei andare a letto? Alle 7 di sera? Altra cosa che non mi è piaciuta è che mi sono sentito un pò preso per il culo, la tipa ha esordito con "ho letto il tuo CV e mi è piaciuto molto", cosa c'è di bello in un curricula con svariati lavori, non ti sei neanche accorta che nella sessione studio ho fatto il liceo musicale e che quindi non ho studiato all'alberghiero e per me è un lavoro come un altro, bah, alla faccia degli esperti nelle assunzioni del personale. Penso che siccome nessuno vuole fare sti orari assurdi non hanno alternative, ricordo che quando aprirono quell'albergo lavoravo in piazza in un wine bar e siccome c'era aria di bancarotta avevo iniziato a cercare, feci un colloquio proprio li con una signora che ad un certo punto mi diede una pacca sulla spalla dicendomi in estone "il tuo livello di estone è pessimo, torna quando impari meglio", quando lo raccontai ad una collega mi disse che non è vero che il mio livello è basso e aggiunse che era stata scortese, meglio così disse. Altro motivo è il mio bioritmo, cioè già faccio fatica a dormire in una situazione rilassata figuriamoci se devo sballare tutti gli orari, no no, quando e se mi chiama dirò di no, poi il tizio che c'era al colloquio mi guardava in modo strano come se fossi un alieno e non ha sorriso mai, faccia serissima, sembrava infastidito da quell'incontro, boh fatti suoi. Poi sono andato a mangiarmi una cosa e a prendere un caffè così per ammazzare un pò il tempo, si lo so cosa pensi che facendo così non troverò mai un lavoro, me l'ha detto anche Spock oggi aggiungendo che finirò a lavorare al Mcmerda, beh almeno non c'è bisogno che faccia il figo tanto è merda :D
Tumblr media
Questa foto l'ho fatta mentre andavo, in fondo alla strada c'è il fiume ed è evidente dal fogliame che siamo in pieno autunno anche se stamane quando mi sono svegliato nevicava, senza attecchire, ma faceva freddo, si lo so che per il mio compleanno ci sarà un metro di neve me lo sento.
4 notes · View notes
ricordounbacio · 2 years ago
Note
Quando mi sono lasciata nel 2021 dopo 6 anni di relazione e uno e mezzo di convivenza ho smesso di mangiare. Non ho toccato cibo per 20 giorni, vomitavo ogni mattina, finché non ho vomitato anche sangue, sono finita in ospedale. Per me è stato un lutto, ti capisco, ho perso una parte di me, e so per certo che non tornerà più. In passato ho sofferto di DCA quindi avevo paura tornare indietro, avevo paura perdere kg, tornare a rincorrere carboidrati solo per aumentare un po’, quindi mi sono guardata allo specchio e ho pensato “non voglio”, non voglio lasciarmi andare perché una relazione è finita, non voglio tornare indietro perché l’amore che pensavo fosse qualcosa di eterno è finito. Mi sono lavata il viso, ho cambiato abitudini, ho ripreso a mangiare. Sono guarita, ma non subito. Ci è voluto tanto tempo. Lui è e rimarrà una parte fondamentale della mia vita, ma non LA mia vita. Ho sempre pensato di amarlo di più, di dargli più attenzioni, di essere più presente, ed era vero. Succede. A volte penso che non ci sarà nessun altro dopo di lui, ma mi va bene lo stesso, perché ho messo me - finalmente- al primo posto. Ecco quindi cosa devi fare tu, oltre alla psicoterapia, guardati dentro, scrivi, suona, canta, esci, cammina, sfogati, mangia al bar da solo, alzati per vedere l’alba, oppure esci per vedere un tramonto, fai cose che sono piccole ma che ti fanno sentire vivo, perché sei vivo, e finché sei vivo devi dare importanza a te stesso. E tutto il resto viene dopo. Un abbraccio.
Siete anima.
A distanza di mesi sto meglio. La penso di tanto in tanto, ma non più come prima.
Mi ha fatto troppo male (fisicamente e mentalmente) per darle ancora importanza.
È stata una bellissima parte delle mia vita (con alti e bassi) ma ora LUCA è al primo posto.
Mi sto concentrando su me stesso, sto tornando a viaggiare come piaceva a me (che non facevo da anni).
La terapia mi ha aiutato molto, ho ripreso tutti i chili se non di più.
Ho iniziato a concentrarmi sul mio fisico e vedo già dei bei risultati.
Sono tornato ad essere felice, ma ho una grande paura a lasciarmi andare di nuovo.
Per quello ci vorrà tempo, mi conosco.
19 notes · View notes
freddapaticacinica · 1 year ago
Text
Non uscivo più di casa e passando davanti ad uno specchio abbassavo lo sguardo. I centri commerciali, per me, sembravano uno dei gironi infernali danteschi e mentre i miei genitori facevano la spesa io li aspettavo in macchina perché le corsie del supermercato mi facevano paura. Ho smesso di andare al mare e non ho toccato la sabbia per più di 2 anni. Dopo ogni abbuffata nascondevo le carte delle merendine e dei gelati più calorici sul fondo della spazzatura perché vedendole i sensi di colpa sarebbero triplicati. Quella vocina che ti ricorda di aver fallito per l’ennesima volta e quel numero sulla bilancia che, crescendo sempre di più, confermava il tuo non valere nulla. Le smagliature, le maglie sempre più lunghe, le taglie sempre più grandi. Il disdire un appuntamento all’ultimo per l’ansia di non reggere gli sguardi delle persone puntati su quelle cosce troppo grosse. Sull’autobus per andare a scuola non sempre mi sedevo perché se occupavo troppo spazio mi vergognavo. Quelle poche volte che lo facevo, mettevo sempre lo zaino o la giacca sopra quelle gambe troppo grosse. Andavo poco a mangiare a casa delle mie amiche, quelle poche volte, non vedevo l’ora finisse il momento del pranzo. Non mi sono mai goduta una giornata al mare, un pantaloncino corto, una canotta scollata e ho smesso di portare il costume a due pezzi senza pantaloncini a 12 anni. Odiavo il colore bianco perché ingrassava e le righe perché allargavano. Quando mia mamma mi portava a comprare vestiti nei negozi “curvy” o “taglie forti” mi guardavo le spalle perché nessuno mi vedesse, come se stessi per commettere il reato di comprare una taglia XL. Non parlavo di palestra, dieta, peso, calorie e non ho mai preso un panino al bar della scuola. Ho sempre tagliato le etichette delle maglie, dei pantaloni per non vedere e per non farla vedere. Nell’ora di ginnastica non mi sono mai spogliata davanti a tutti ma ero l’unica che andava in bagno anche per cambiare una maglietta. L’ora di ginnastica era la peggiore di tutte, avrei preferito fare 100 equazioni matematiche pur non capendoci nulla. Per non parlare delle staffette, corse a tempo, esercizi di gruppo dove per accoppiarti facevano i paragoni tra i corpi gli uni degli altri. Essere scelti sempre per ultimi nei giochi di gruppo, avere paura di fare foto e paura che ti scattassero foto. Non ho mai scambiato qualche vestito, maglietta o jeans con le mie amiche…a loro le mie cose andavano troppo grandi, a me troppo piccole. In università per non alzarmi davanti a tutti e andare in bagno tenevo la pipì anche 6/7h per poi farla al mio ritorno a casa. Un giorno, in tirocinio, andai a ritirare le divise pulite taglia XXL e la ragazza mi rispose “non le ho, di solito non porta quasi nessuno questa taglia. Non ti va proprio l’XL?”; da quella volta non andai più a prenderle in quel posto dalla vergogna. Essere identificata come “non c’è la tua collega? Quella cicciotta” come se l’essere grassa fosse la mia caratteristica di riconoscimento. E tutto d’un tratto, pezzo dopo pezzo, l’unica cosa che vorresti fare è sparire. Ma come puoi sparire quando occupi così tanto spazio?! Come puoi far sparire il tuo corpo sempre “troppo”?!
Sai, ancora mi capita di abbassare lo sguardo nelle corsie del supermercato. Ancora non ho abbandonato i pantaloncini neri in spiaggia e il colore nero rimane sempre il mio preferito. Mangio ancora il gelato al gusto “sensi di colpa” e insalata con petto di pollo. Ci sono giorni in cui quello specchio è ancora il mio peggior nemico. Giorni in cui certe parole e giudizi fanno ancora tanto male. “Quell’ancora” che non passa e che forse non passerà mai del tutto. Niente si dimentica…ecco perché, ogni volta, fa così male.
4 notes · View notes
invisible-show · 2 years ago
Text
Invisible°Show + Inascolto + Young 'n Town Festival
Tumblr media
Sabato 3 giugno dalle 17:00 ZÖCH - Rare Music Fest
MAPS —-> Clicca qui
> 17:00 Apertura Portone > 17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia) > 18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia) > 20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal) > 21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP [Servizio bar e ristorazione durante tutta la serata]
Dall’inizio dei tempi i narratori e i poeti osservano gli animali per capire come siano fatti gli esseri umani. Il Bestiario di Zoologia Fantastica risalente al XII secolo riporta una grande varietà di creature affascinanti fra le quali spicca lo Zöch, “uccello a tre teste che costruisce il nido a rovescio e vola all’indietro, perché non gli importa del posto dove va, ma di quello da cui proviene”. Lo Zöch è un essere curioso, si nutre delle tradizioni del mondo e restituisce a chi lo evoca storie e suoni di tribalismo contemporaneo.
17:30 FAKHRADDIN GAFAROF (Azerbaijan) & DAVIDE MARZAGALLI (Italia)
Strumenti tradizionali mediorientali: tar, sai, out, nel, balaban, percussioni, sax e voce. Un paesaggio sonoro dove gli echi di culture lontane giungono al nostro cuore e, attraverso l’arte dell’improvvisazione, si trasformano in una nuova realtà.
18:45 ARRINGTON DE DIONYSO (Stati Uniti) & CHRISTIAN MUELA (Italia)
Clarinetto, scacciapensieri, voce, didgeridoo. Per la prima volta insieme, due sciamani del suono si incontrano per un viaggio sonoro di improvvisazione tribale sperimentale.
20:15 NABY ECO CAMARA (Guinea) & PAPIS FALL (Senegal)
Balafon, percussioni, voci. Musica africana tradizionale e moderna, che unisce le melodie e le suggestioni di due paesi, la Guinea ed il Senegal, dell'Africa Occidentale.
21:15 DJ SET by SMIYYA & MLTNHARP
Membri del collettivo Onosecond che si propone come contenitore di subculture musicali, creato per incanalare, diffondere e amplificare energie inespresse.
N.B. Informazioni utili:
Il programma è confermato anche in caso di pioggia.
Sarà disponibile servizio bar e ristorazione, cascina style.
Ingresso con offerta consigliata di 10€, la vostra offerta servirà per coprire le spese e per  pagare i musicisti.
Per questo evento non è necessaria la prenotazione ma se vuoi dirci che vieni o vuoi chiederci informazioni scrivici, rispondendo a questa email.  
Vi consigliamo vivamente di parcheggiare nelle aree indicate nella mappa, prima di arrivare all’ingresso, civico 6, perché la strada è molto stretta e si rischia di rimanere incastrati. Grazie
2 notes · View notes
gastronominho · 1 year ago
Text
Bar Posto 6 e Salve Jorge fecham parceria com a Paris Filmes
Parceria chega para presentear os clientes com um par de ingressos para o cinema
Parceria chega para presentear os clientes com um par de ingressos para o cinema O Bar Posto 6, localizado no coração da Vila Madalena, e o Salve Jorge, com duas unidades, no Centro de São Paulo e na Vila Madalena, estão com uma promoção em parceria com a Paris Filmes. Na compra de uma chapa do menu, o cliente ganha 2 ingressos para o filme Jogos Vorazes: A Cantiga dos Pássaros e das…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
deathshallbenomore · 2 years ago
Text
il bar dell’aeroporto è un posto per la mistica contemplazione della malleabilità della vita, che si adatta e cambia più o meno velocemente, esattamente come i voli, che possono impiegarci due ore come anche diciotto - ma l’importante è arrivare a una meta. questo per dire che, se alle 6:54 rompi il cazzo facendo casino, meriti di avere di fianco a te una signora scaramantica convinta del fatto che l’aereo arriverà a destinazione solo se reciterà il rosario per tutta la durata del viaggio
4 notes · View notes
siciliatv · 1 month ago
Text
Pub Catania e luoghi della movida: i più amati
Tumblr media
Scopri i migliori pub Catania per vivere la vera movida catanese, tra atmosfere uniche, birre artigianali e ottimo cibo. Se sei in vacanza in città e stai cercando i migliori pub Catania, devi sapere che ogni angolo del centro storico si anima al calar del sole, offrendo un’esperienza unica per chiunque voglia vivere la movida della città. È qui che troverai numerosi pub che mescolano tradizione e modernità. Dalla Piazza Teatro Massimo fino a Via Etnea, c’è solo l’imbarazzo della scelta. La sera, questo angolo di Catania diventa il punto di riferimento per chi vuole rilassarsi dopo una giornata di gite turistiche o lavoro. Pub Catania: i 7 più consigliati Che tu sia un fan della birra artigianale, del vino siciliano o dei cocktail elaborati, i pub di Catania sapranno conquistarti con atmosfere rilassate e autentiche. Tra locali dall’arredamento vintage e terrazze all’aperto, ecco alcuni dei pub più amati dove trascorrere una serata all’insegna del buon bere e, naturalmente, del buon cibo.   1. Ostello Catania: A Putìa dell’Ostello A Putìa dell’Ostello è uno dei pub più particolari e cosmopoliti di Catania. Questo locale offre una combinazione unica di storia e modernità: la sala da pranzo si trova all’interno di una grotta lavica, formatasi durante l’eruzione dell’Etna nel 1669, mentre il fiume Amenano scorre silenziosamente sotto il locale. Immerso tra il Mercato Storico del pesce e Piazza Duomo, A Putìa dell’Ostello è un punto di riferimento sia per i catanesi che per i turisti. Il menù non è quello tipico da pub ma ci sono moltissime opzioni. Un luogo magico dove cenare e bere, perfetto per chi desidera immergersi nella storia e nella vivace movida catanese. 📍 Piazza Currò, 3 – Catania CT   2. Fab Catania Se ami abbinare il buon cibo ai drink, il Fab Catania è il posto giusto. Situato in Via Umberto, questo locale è noto per i suoi piatti creativi che combinano tradizione e innovazione. Che tu stia cercando una pizza gustosa o un cocktail rinfrescante, il Fab saprà come deliziare il tuo palato. L’ambiente moderno e raffinato lo rende una scelta perfetta per una serata rilassante in centro città. 📍Via umberto 47 – Catania CT   3. Mosaik pub Catania Se sei un amante delle birre artigianali, Mosaik è il tuo paradiso. Situato in Via Musumeci, questo pub è rinomato per la sua ampia selezione di birre di qualità, sia alla spina che in bottiglia. Oltre alle birre, il nuovo menù offre prodotti d’eccellenza del territorio, perfetti per una serata all’insegna del gusto e del relax. 📍 Via Musumeci, 60 Catania CT   4. Vermut Vicino a Piazza Carlo Alberto, Vermut è un locale che sfugge a qualsiasi definizione. Specializzato in vermut, salumi e formaggi, questo pub-salumeria è perfetto per chi vuole assaporare prodotti di alta qualità, anche a tarda notte. Che tu scelga di sederti all’aperto o di sorseggiare un bicchiere in piedi, Vermut è un must della movida catanese, amato sia dai locali che dai turisti. 📍Via Gemmellaro, 39- 35 Catania CT   5. Razmataz Catania wine bar e pub Il Razmataz più che un pub è un wine bar dal fascino retrò, ma te lo consigliamo perché è una delle tappe più amate della movida catanese. Questo locale è perfetto per chi ama sorseggiare un buon calice di vino in un’atmosfera rilassata e sofisticata. I tavolini all’aperto lo rendono un luogo ideale per trascorrere una serata tranquilla, magari accompagnata da un tagliere di salumi e formaggi locali. Il Razmataz è un punto di ritrovo molto amato. 📍 Via Montesano, 17/19 Catania CT   6. Teapot Catania Per chi desidera un’atmosfera più tranquilla e intima, Teapot Catania è una piccola oasi dal sapore inglese. Situato in Viale della Libertà, questo locale è perfetto per chi ama tè e dolci, ma offre anche un’ottima selezione di piatti salati come insalate e club sandwich. Ideale per chi cerca un’esperienza più calma, lontana dal caos della movida tradizionale. 📍 Viale della Libertà, 184 Catania CT   7. Boheme Pub Catania Per una serata all’insegna della musica e del buon bere, Boheme è una tappa obbligatoria. Situato in una posizione centrale, questo pub è noto per le sue serate live e la sua offerta di drink. Che tu preferisca birre artigianali o cocktail elaborati, qui troverai l’atmosfera giusta per una serata divertente in compagnia. Probabilmente i migliori cocktail di tutta Catania. 📍Via Montesano, 27/29 Catania CT   Pub Catania e movida: atmosfera, drink e cibo Catania offre una grande varietà di pub che si distinguono non solo per i loro drink, ma anche per le atmosfere uniche. Molti pub propongono eventi tematici, serate a tema e musica live, rendendo ogni visita un’esperienza diversa. Potrai degustare birre artigianali siciliane, famose per la loro alta qualità, o optare per cocktail preparati con maestria, magari da sorseggiare in una terrazza con vista sull’Etna o sulle pittoresche vie del centro. Oltre ai drink, una delle sorprese più piacevoli nei pub Catania è l’offerta gastronomica. Molti locali propongono piatti tipici siciliani e finger food perfetti per accompagnare una serata tra amici. Ecco cosa non puoi perderti: - Burger e panini: panini con hamburger spesso realizzati con carni dell’Etna particolari. Molti pub offrono anche salumi e formaggi locali che arricchiscono i panini e salse di produzione artigianale. - Bruschette siciliane: servite con ingredienti freschi e saporiti come pomodori di Pachino, acciughe, capperi e ricotta salata. - Taglieri di salumi e formaggi locali: una selezione di pecorino, salame e prodotti tipici della zona che esaltano i sapori della Sicilia. - Frittura di pesce: calamari e gamberi fritti, leggeri e croccanti, per chi non mangia carne o se si vuole provare un “fish and chips” ma siciliano! Devi accompagnare i piatti tradizionali con birre artigianali locali o con un buon calice di vino siciliano. Queste sono solo alcuni dei piatti che si possono assaggiare nella maggior parte dei pub di Catania, ognuno ha poi le sue specialità.   Catania ti aspetta! Per il weekend o per un breve o lungo, se non sai dove dormire nel centro di Catania e cerchi qualcosa di centrale e funzionale, ci sono diverse soluzioni, tra B&B, Hotel e Casa Vacanze che potrebbero fare al caso tuo. Ti consigliamo di pensare sempre alla soluzione ideale per le tue vacanze di famiglia o con amici in tranquillità e comodità magari in un punto strategico della città, vicino ai luoghi più iconici e alle maggiori attrazioni. Read the full article
0 notes
riccardofranchinilucca · 2 months ago
Text
🍹 𝗕𝗮𝗿 𝗦𝗽𝗼𝗿𝘁. 𝗦𝗮𝗻 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗙𝗿𝗲𝗱𝗱𝗮𝗻𝗮. I “barini di paese”. Quei templi rurali dove il tempo sembra congelarsi, ma i drink… oh, i drink, sono un’arte viva e pulsante, fatta di mani callose e cuore d’acciaio. Ti lascio portare da un’auto che lei beve poco tra le colline lucchesi, fino a San Martino in Freddana. Qui, lontano dalle luci stroboscopiche delle mode e dai finti bistrot con liste cocktail da venti pagine, c’è il mitico Bar Sport. Questo non è il solito baretto da quattro soldi, oh no. Qui si gioca un campionato diverso, ragazzi. Entri e sai subito che sei a casa. Ma non aspettarti divanetti Instagrammabili o le playlist curate per le masse: ti siedi su sedie di legno che probabilmente erano lì quando tuo nonno ordinava il primo spritz di provincia. È il profumo del legno, l’odore di gin che ti strappa dal torpore e ti fa capire che sei in un posto speciale. E poi c’è Davide. Un bartender che non ha tempo per sciocchezze. Non è il solito hipster barista con la barba curata e i tatuaggi a caso. No, lui è un artista del cocktail. Ti guarderà come per dire: “Vuoi un Negroni? Bene, te lo faccio come Dio comanda, ma prima siediti, respira, e preparati a sentire qualcosa che non hai mai provato.” Un cocktail che non è solo alcol, è anima liquida. Se sei un amatore di gin, Bar Sport è la tua oasi nel deserto. La sua selezione di gin fa sembrare i bar di città quasi dei dilettanti. E mentre sorseggi quel Negroni perfetto, senti il respiro della gente del posto, i discorsi autentici che riempiono l’aria e si mischiano alla voce di Rete 4. Niente maschere, niente filtri, solo vita vera. Bar Sport non è un locale, è un’idea, una filosofia. Un modo di ricordarti che nei paesini italiani, lontano dalla giungla di cemento, ci sono ancora posti dove tutto è ancora fatto con amore. Sì, amico, San Martino in Freddana non è sul radar dei fighetti. Ma se hai il coraggio di uscire dalle rotte conosciute e provare qualcosa di vero, Bar Sport ti aspetta. E fidati: non tornerai più indietro, ma sappi che tutto quello che hai letto lo devi avere già dentro di te saperlo leggere saperlo sentire. 👉 BAR SPORT San Martino in Freddana 📍 SP1, 6, 55060 San Martino in Freddana - Monsagrati LU ☎ 0583 38015 💶 Cocktail 6-7 € 🍸
CLICCA LINK SOTTO PER LE FOTO 👇www.facebook.com/share/p/rwDpu7JxsdarmHga/
0 notes
mica-facile-ristrutturare · 2 months ago
Link
0 notes